Studiare le lingue fa bene - anzi benissimo! - al cervello - British School

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Studiare l’inglese fa bene al cervello

Tutti sappiamo che studiare le lingue può aprire moltissime porte, sia perché ci aiuta a parlare con chi non conosce la nostra, a viaggiare, a incontrare nuove culture, e sia perché può essere di aiuto alla nostra carriera lavorativa o accademica.  

Un numero crescente di ricerche ha però dimostrato una verità molto più sorprendente: studiare le lingue ha degli effetti importanti, e tutti molto positivi, sul cervello.

 

Cosa succede al cervello quando si impara una nuova lingua

Vuoi imparare l’inglese e sei a corto di motivazione? Leggi qui: secondo quanto emerso da uno studio compiuto da un’equipe di scienziati svedesi, imparare una lingua straniera fa letteralmente crescere il cervello, aumentando il volume di aree come l’ippocampo e alcune zone della corteccia cerebrale collegate alle competenze linguistiche, cosa che non avviene quando si studiano altre materie.

Un’altra ricerca ha dimostrato che i bambini che conoscono due lingue hanno migliori performance di quelli monolingui non solo nei compiti che hanno a che fare con le capacità linguistiche, ma anche in quelli non verbali. In parole povere, conoscere due lingue fin da piccoli rende più abili non solo nelle lingue in generale, ma anche nel multitasking e nelle attività che richiedono grande concentrazione.

Un’ulteriore studio, questa volta italiano, ha dimostrato che le persone bilingui hanno più materia grigia di quelle monolingui, fattore che le rende più rapide a prendere decisioni e ad agire per risolvere una situazione di conflitto cognitivo.

Insomma, se la risposta alla domanda “perché è importante studiare le lingue straniere” era già ricca di argomentazioni più che positive, ora sappiamo per certo che se ne aggiunge un’altra: perché migliora, e decisamente, il cervello. E non finisce qui!

 

Studiare le lingue aiuta contro l’Alzheimer e l’ictus

Il cervello di chi parla due lingue sarebbe anche più protetto nei confronti della demenza da Alzheimer. Secondo una ricerca compiuta dall’Università Vita-Salute San Raffaele su 85 pazienti altoatesini affetti da Alzheimer, metà monolingui e metà bilingui, quelli bilingui dimostravano risultati migliori, con un progredire della malattia più lento di ben 5 anni rispetto a quelli monolingui.

Non solo. Una ricerca svoltasi in India ha mostrato che i pazienti bilingui tendono ad avere un recupero migliore dopo un ictus. Ben il 40% di quelli presi in esame avevano delle funzioni cognitive nella norma, contro il 20% dei pazienti monolingui.

In conclusione: studiare le lingue fa bene al cervello a tutte le età, dall’infanzia fino alle fasi più avanzate della vita. Dunque cosa aspetti? Contattaci per conoscere i nostri corsi, anche su misura!